Dr. Giacomo Leuzzi
Badolato Marina: Via delle Mimose n. 1
|
|||||||
Tutti i consigli L’amniocentesi: a chi consigliarla ? L’amniocentesi è una tecnica invasiva di diagnosi prenatale che consiste nel prelevare, in genere tra la 16^ e la 18^ settimana di gravidanza, una piccola quantità di liquido amniotico, cioè di quel liquido che avvolge e protegge il feto. Nel liquido amniotico è possibile reperire delle cellule cutanee del nascituro. L’analisi dei cromosomi di tali cellule permette di diagnosticare precocemente il sesso e numerose anomalie cromosomiche congenite o acquisite (ma non tutte!) che comparirebbero alla nascita sotto forma di svariate malattie (mongolismo, ecc…). L’amniocentesi è semplice da eseguire ed è indolore, ma pur tuttavia presenta in una minima percentuale di casi (0.2%-0.5%) dei rischi per la madre e soprattutto per il feto (aborto, ecc…). Alla luce di tali seppur minimi rischi, essa trova indicazione nei seguenti casi: -tutte le pazienti in gravidanza di età superiore ai 35 anni -gestanti che hanno già bambini affetti da anomalie cromosomiche -presenza di anomalie cromosomiche in uno dei genitori -presenza di Sindrome di Down (mongolismo) o di altre anomalie cromosomiche in un parente stretto di uno dei genitori -indice di rischio elevato evidenziato dal bi-test o dal tri-test -anomalie fetali riscontrate ecograficamente E' consigliabile, dopo l'amniocentesi, un periodo di riposo di 48 ore assieme ad idonea terapia medica.
|
|